Facendo un piccolo bilancio della tua vita cosa ne verrebbe fuori?
Non è semplice fare un bilancio della propria vita alla mia età, perché c’è ancora molto da fare e progettare.
Nel complesso posso comunque affermare di essere soddisfatta per avere sempre inseguito i miei sogni e di averli potuti concretizzare in buona parte.
La vita è una grande scommessa e se la viviamo nella gioia di poter costruire possiamo affrontare tutto nella maniera più positiva possibile, non lasciando spazio mai alla depressione o alla sensazione di impotenza, che spesso ci si trova a vivere prima o poi durante la nostra esistenza.
Parlaci dell’amore: cosa rappresenta nella tua vita?
Per me l’amore è sempre stato un mezzo di misurazione della mia personalità e della mia capacitàdi dare.
In realtà nell’ultimo periodo della mia vita, ho compreso che il sentimento d’amore è una magia in cui noi poco possiamo fare sia nel simularlo, che crearlo.
Questo non significa essere “spettatori” dell’amore, anzi è importante contribuire ad arricchirlo, ma è un miracolo che proprio in quanto tale non può essere improvvisato e o creato artificialmente come vorrebbero farci credere alcuni programmi o stupidi cliché sociali.
Artisticamente, qual è la modella a cui vorresti somigliare?
Se parlo di modelle io sono molto affezionata alla super top, che per me da bambina erano degli esempi di femminilità. Erano magre, ma mai anoressiche o efebiche. Delle vere donne.
La mia preferita era Helena Christensen, notevole anche in alcuni videoclip.
Puoi dirci a cosa stai lavorando adesso?
Sono in prova per una commedia “DNA donne che nonamano abbastanza” scritta e diretta da me.
“DNA: donne che non amano abbastanza” è sin dal titolo un inno al mondo femminile; si parte dall’ironia, allo scopo di utilizzare l’ argomento della dipendenza affettiva per poi sovvertirlo e trasformarlo, senza sminuirne il significato facendo palesemente riferimento a una delle opere più famose in materia psicologica “Donne che amano troppo”.
Lo spettacolo infatti racconta una storia di emancipazione e indipendenza e di come molto spesso l’estrema evoluzione si possa incontrare e poi scontrare con le esigenze di donne che vorrebbero costituire una famiglia “non tradizionale”.
Demetra è una donna di oggi tra le più dinamiche, realizzate ma che è anche passata attraverso le tempeste più sconvolgenti e dure che l’hanno indurita ma non corrotta.
Le esperienze passate l’hanno corroborata, e dirottata verso una sana solitudine, tanto da poter essere in grado di concepire un figlio attraverso una fecondazione eterologa senza avere un partner fisso.
Demetra diventa mamma e ha una bellissimo bambino Nicolas, che ahimè all’eta di cinque anni chiede dove fosse finito il padre…
Sono poi impegnata in più progetti sempre di tipo teatrale e attendo risposte su lavori cinematografici. Incrociamo le dita!
Come sei nella vita privata?
Sono molto attiva, ma so prendermi dei momenti di grande relax. Ho una Labrador molto dolce con cui faccio lunghissime passeggiate, visto che abito vicino ad un parco tra i più belli di Roma.
Ho molti amici e una vita ricca di impegni sia artistici che sociali.
Cosa vorresti che le persone capissero di te?
Che sono molto più attenta di quello che potrebbe mai apparire e che come diceva Nanni Moretti in Palombella Rossa: “Le parole sono importanti”.
Quali sono i ricordi della tua infanzia a cui particolarmente sei legata?
Le mie vacanze in montagna con i miei bisnonni, grazie ai quali ho potuto conoscere la natura e gli animali.
Sei favorevole e contraria alla chirurgia platica?
Sono favorevole solo se può apportare un reale miglioramento a un difetto evidente o risolvere un problema di salute.
Detesto e mi infastidisce un’estetica molto artificiale che vuole semplicemente riprodurre dei cliché semi pornografici.
Ci sono persone che ti hanno aiutato in momenti difficili?
Si ovviamente i miei genitori e i miei amici. Anche un paio di fidanzati del passato… Quelli del presente invece hanno solo creato disastri.
Un tuo sogno nel cassetto?
Essere una brava regista e drammaturga, poter continuare a fare ricerca sul teatro inglese e quello contemporaneo.