MILANO – Ermenegildo Zegna torna a crescere su tutta la linea, segno che la nuova strategia del gruppo guidato da Gildo Zegna e la nuova creatività affidata a Alessandro Sartori, inizia a dare i propri frutti. Nel 2017 il fatturato del gruppo è cresciuto a 1,18 miliardi, marcando un aumento del 2,3% ( ma più 4,5%) con utili in crescita del 64% a 32,8 milioni. A fronte di un margine lordo pari a 142 milioni (pari al 12% delle vendite) la posizione finanzia netta è migliorata ancora lievitando di 83 milioni a quota 316 milioni.
La Cina si conferma il mercato di sbocco più importante del gruppo del lusso controllato dall’omonima famiglia, ma oltre Hong Kong e Macao, tornano a dare importanti segnali di crescita anche la Russia, Singapore e il Giappone (che è tornano a crescere dall’estate scorsa). L’incremento si è poi esteso a varie categorie di prodotto, dall’alto di gamma fatto su misura, ai tessuti, le scarpe per finire con la nuova linea di capi Techmerino. “I positivi risultati 2017 sono il frutto di più fattori – spiega l’ad Gildo Zegna – che hanno ben interagito grazie alla brand strategia inaugurata con l’arrivo di Alessandro Sartori come direttore artistico”. A fine 2017 il gruppo aveva 504 monomarca nel mondo di cui 272 a gestione diretta e 232 di terzi. Ma quest’anno, la società nata a Biella conta di portare avanti nuove aperture tra cui Capri, Singapore, Pechino, Tokio e Città del Messico, ma anche rinnovi e ampliamenti della rete esistente tra cui Vancouver e Hong Kong. “Grazie all’ominicanalità – precisa Zegna – abbiamo non solo conseguito buoni risultati nelle vendite online, ma soprattutto abbiamo ancor meglio sviluppato la nostra capacità di offrire servizi sempre personalizzati e tempestivi nei negozi”.
E così il lavoro fatto di riposizionamento e ristrutturazione degli anni passati, dovrebbe continuare a dare i frutti anche nel futuro. “Dai primi mesi del 2018 oltre il buon andamento del sell in (vendite) della collezione autunno inverno 2018-2019, arrivano conferme positive dai Paesi che hanno consentito di invertire il trend nel 2017 e anche dagli Stati Uniti, mentre sui mercato europei la ripresa risulta più incerta”.