Millennials disposti ad aspettare molte settimane per una giacca o un abito con gilet bespoke: fatto su misura, a mano e quindi unico. Baby boomers (nati dopo la seconda guerra mondiale) che abbandonano la cravatta o le scarpe stringate e scoprono il fascino – e la comodità – dell’abbigliamento informale e delle sneaker. E ancora: innovazione che trasforma la lana in “techmerino”, con performance persino migliori rispetto alla fibra naturale. Tecniche artigianali che permettono di realizzare oggetti e capi in pelle intrecciata.
«I confini dello stile e del gusto, le divisioni tra generazioni e modalità di uso, le abitudini di consumo e i canali scelti per informarsi: è tutto meno rigido, definito, prevedibile – racconta Gildo Zegna, amministratore delegato del gruppo Ermenegildo Zegna –. Da una parte questo è molto stimolante e aiuta ad aprire la mente. Dall’altra ci costringe a non riposare mai sugli allori, a non dare alcun risultato, per quanto ottimo, per scontato. Ogni giorno dobbiamo avere l’umiltà di cogliere anche i più piccoli cambiamenti di vento. Non vince chi non commette errori, bensì chi ne fa di meno. Un po’ come nel tennis».