Vhernier punta a GenX e Millennial trasformando il titanio in gioielli
Forse l’aspetto più bello dell’essere indipendenti da grandi gruppi e del non essere quotati è la possibilità di prendersi tutto il tempo necessario per i nuovi progetti, senza sentire la pressione di scadenze imposte dall’esterno. «Non è perfezionismo fine a se stesso, perché forse la perfezione non esiste. A un certo punto occorre fermarsi e ritenersi soddisfatti del lavoro fatto, che comunque si può sempre migliorare – spiega Carlo Traglio, direttore creativo di Vhernier –. Però è vero, puntiamo ad avvicinarci quanto più possibile alla perfezione. Questa volta l’obiettivo era trasformare uno dei nostri simboli, la calla, da collana e ciondoli in bracciali con le “maglie” grandi. Il risultato è un piccolo capolavoro di ingegneria gioielliera».
Traglio è amministratore delegato di Aura Holding, la società di famiglia che dal 2001 controlla, tra le altre, Vhernier, azienda nata a Valenza nel 1984. L’ultimo tassello creativo è la nuova collezione incentrata sui bracciali calla, presentata ieri in anteprima nella boutique di via Monte Napoleone, a Milano. Gioielli innovativi nelle forme e nei materiali: accanto alle versioni in oro di vari colori e diamanti del bracciale, c’è quella in titanio, metallo prezioso molto usato nell’alta orologeria, che Vhernier ha trovato il modo di rendere adatto anche alla gioielleria (e molti brand hanno tentato poi la stessa strada, con risultati non sempre eccellenti). «I prezzi dei bracciali sono compresi tra 980 e 3mila euro, per raggiungere clienti più giovani, Millennial e Gen X, che desiderano farsi o fare un regalo prezioso, senza considerarlo un investimento – aggiunge Traglio –. Oggi abbiamo un’offerta molto completa, che comprende l’alta gioielleria, pezzi unici che possono arrivare a 100mila euro».
Il fatturato 2018 è in linea con quello del 2017 (circa 38 milioni), con un export superiore al 50%, grazie a Stati Uniti, Europa, Cina e Corea. «Il trend positivo fuori dall’Italia è continuato nei primi tre mesi del 2019, mentre l’Italia resta incerta, come Londra, dove tutti sono in una condizione sospesa e preferiscono aspettare prima di fare acquisti importanti, visto che nessuno può fare previsioni sulla Brexit».
Le boutique Vhernier nel mondo sono 14: oltre a Milano, ci sono Roma, Venezia, Capri, Porto Cervo, Parigi, Ginevra, Londra , Atene, Dubai, Istanbul, New York, Miami e Los Angeles. «Cresce molto rapidamente l’e-commerce, che gestiamo internamente – conclude Traglio – e il sito porta comunque tanto traffico nei negozi».