Nel film di Noah Baumbach in gara ha i capelli corti, del suo colore naturale, senza trucco, impegnata in un Kramer contro Kramer con Adam Driver, Scarlett Johansson arriva alla Mostra direttamente dal set del film Marvel, Black Widow che la regista Cate Shortland sta girando a Londra, lì è la spia russa Natasha Romanoff, combattimenti e tuta di lattice. A Venezia invece è protagonista del primo dei tre film Netflix in gara per il Leone, Marriage Story di Noah Baumbach, storia di una separazione più che di un matrimonio. Eppure spiega il regista (una carriera nel cinema indipendente da Il calamaro e la balena a The Meyerovitz Story) “il film racconta un matrimonio attraverso un divorzio perché, scrivendolo ho capito che è quando qualcosa non funziona più che ti rendi veramente conto di cosa avevi”. Il film, che mescola toni da commedia e momenti drammatici e ha persino un paio di momenti musical, si ispira all’esperienza personale del regista che nel 2013 ha divorziato dall’attrice Jennifer Jason Leigh, e inizia proprio con la descrizione di lui e lei da parte dell’altro. Dopo poco scopriamo che sono gli appunti che il mediatore che segue la loro separazione ha chiesto di buttare giù “per ricordarsi durante il difficile processo della separazione che c’è stato amore”.
Per Scarlett il suo personaggio Nicole “ha degli elementi in comune con se stessa, un’attrice che lotta per sentirsi legittimata come artista. Per quello che riguarda la famiglia da cui viene e le sue dinamiche non assomiglia molto a quella dove sono cresciuta, anche se mia mamma è stata la mia manager da quando ero bambina”. Nicole infatti è un’attrice di Los Angeles, diventata celebre grazie a una commedia negli anni Novanta, che poi però ha lasciato il cinema per fare teatro off Broadway a New York quando ha conosciuto Charlie, regista teatrale. “Le presentazioni all’inizio erano solo per me. Il film inizia che sono già separati anche se ancora non sanno esattamente dove li porterà tutto questo ma Nicole è già risoluta. Ho scritto quegli appunti per mettermi nello spazio dove erano loro per raccontare come era la loro vita, per esplorare l’ordinario e la quotidianità e nel farlo ho trovato una musicalità e ho pensato che potesse funzionare per il film. L’amore esiste ancora, è in ogni scena e quelle lettere sono un modo per far capire che quello è il punto di partenza”.
“Ovviamente questo film ha molto di noi, è difficile parlarne perché è un qualcosa di molto personale. All’epoca in cui ho incontrato Noah e ho parlato con lui della possibilità di questo film stavo vivendo il mio divorzio” dice l’attrice che si è separata dal secondo marito, il giornalista francese Romain Dauriac. “Io non sapevo di che cosa parlava il film e Noah non sapeva che stessi divorziando ma anche se era passato tempo dall’ultima volta che ci eravamo visti, ritrovarsi è stato del tutto normale. Ci siamo incontrati, mi sono versata un bicchiere di vino e ho cominciato a lamentarmi della situazione che stavo vivendo, abbiamo cominciato a chiacchierare e lui mi ha detto: questo film o lo vorrai fare tantissimo o per niente. È stata un’esperienza forte ed è arrivata al momento giusto”.
Il rapporto personale che c’è tra gli attori e il regista ha alimentato l’intensità della storia, applaudita molto alla proiezione per la stampa. “Abbiamo parlato tanto prima che iniziasse il film – racconta Adam Driver – lo abbiamo preparato con lunghe conversazioni di notte o incontri al ristorante, per andare più in profondità e più in fretta sul set. Con Noah è come se si iniziasse una conversazione e ancora oggi questa conversazione continua”. “Ah sì – conferma il regista – Adam ancora mi chiama per dirmi idee che riguardano film che abbiamo fatto insieme anni fa, ma io ho bisogno veramente del loro aiuto e supporto, mentre scrivevo sapevo che erano questi gli attori che l’avrebbero interpretato. Non so se avrei scritto sette pagine di dialogo nell’ufficio dell’avvocato se non avessi saputo che sarebbe stata Scarlett a recitarle. Non so se avrei vestito Charlie da uomo invisibile se non avessi avuto Adam per quel ruolo e non l’avessi visto giocare con i suoi figli”.
Nel ruolo dell’avvocato divorzista di Nicole c’è Laura Dern che dopo la sequenza ormai cult, pamphlet femminista come Renata in Big Little Lies, in questo film è al centro di una divertentissima scena in cui fa derivare tutti i problemi delle madri dalla Madonna “che ha partorito vergine e ha pure sorretto il corpo del figlio morto, mentre il padre non si è nemmeno presentato”. “Laura mi ha chiesto se potessi aggiungere ‘he didnt even do the fucking’ (non ha nemmeno scopato) e abbiamo deciso di sì. Il film arriverà in streaming sulla piattaforma il 6 dicembre, prima di allora – come gli altri due titoli in gara The Kingdom e The Laundromat – sarà nelle sale italiane in date e modalità ancora da definire.