Sequestrata e torturata per aver aiutato la principessa Latifa a scappare da Dubai
Nel 2018 la principessa provò a fuggire negli Stati Uniti: ora la donna che l’aiutò denuncia lo sceicco Rashid Al Maktum
Un rapimento in piena regola, e poi le torture. È questa la denuncia di una donna finlandese alla Corte federale di Germania contro lo sceicco Rashid Al Maktum e l’attuale presidente dell’Interpol Ahmed Naser Al Raisi. La storia del tentativo di fuga della principessa Latifa aveva fatto il giro del mondo. Figlia dello sceicco Mohammed bin Rashid Al Maktum, sovrano di Dubai e vicepresidente degli Emirati Arabi Uniti, la principessa aveva già provato a 16 anni a fuggire di casa, un ambiente che in seguito ha descritto come opprimente e dal quale anche la sorella maggiore Shamsa provò a sottrarsi nel 2002. Nel 2018, a 33 anni, Latifa ottiene l’aiuto di Tiina Jauhiainen, una personal trainer finlandese conosciuta alcuni anni prima, per tentare una fuga via mare. Le due donne, partite a bordo di moto d’acqua dalle coste dell’Oman, raggiungono in acque internazionali uno yacht che avrebbe dovuto portarle in India e poi da lì un aereo per gli Stati Uniti. Ma il piano viene scoperto e sabotato a una cinquantina di chilometri dalle coste indiane dagli uomini dello sceicco. La principessa viene riportata immediatamente a casa, e la sua amica Tiina Jauhiainen viene sequestrata e torturata, almeno secondo la sua denuncia alla Corte federale che ora dovrebbe occuparsi del caso.