Romina Testa, 39 anni di Aquino – La sua grande passione che l’accompagna fin da quando era bambina è creare vestiti alle sue Barbie. Romina Testa, ha raccolto oltre 500 bambole, molte delle quali del secolo scorso, addirittura degli anni 60 e 70.
“A me – dice – piace il bello ed in particolare la moda. Ho unito questi aspetti in un unico hobby che mi permette di creare dal nulla capi di abbigliamento, dunque la moda, per un ‘essere perfetto’ come la Barbie, quindi il bello”. Dal bozzetto fino alla realizzazione dell’abito, oltre un mese di lavoro per ciascuna bambola, ma anche per gli accessori, i gioielli, tutto è frutto della sua inventiva e capacità realizzativa in modo da rendere quei giocattoli degli oggetti unici al mondo. Proprio con questo titolo: “Mostra di Bambole uniche al mondo” Romina, ha organizzato mostre nel teatro Manzoni di Cassino e in comune ad Aquino. Tra i visitatori, inaspettatamente, anche molti uomini, anche se tra le cose più belle è stato vedere una nonna con la nipotina che sceglievano quale fosse la bambola più bella”. La collezionista è presidente di una associazione no profit “Collezioni di Anna” con la quale tenta di promuovere la cultura della bambola vintage anche grazie al profilo facebook “Anna Collezione” o tramite la mail asscollezionedianna@libero.it.
“Le bambole esposte – spiega – sono “Barbie” costruite dal 1966 e negli anni successivi. Quello che abbiamo portato all’attenzione dei visitatori è la rivincita di una “pinklabel”. Il rinnovarsi della fiaba di Cenerentola. Il termine inglese viene utilizzato per indicare una bambola prodotta in milioni di esemplari la cui fine normalmente è quella di essere denudata dei sui vestitini e del suo ruolo di compagna di giochi, per essere abbandonata in qualche cassetto, scatolone o peggio spedita in discarica. Uno dei prodotti della civiltà consumistica. Le bambole originali “vintage” conservano certamente tutta la loro magia, ma l’immagine di una bambola vintage contiene il fascino della favola, di una bambola che anziché essere dimenticata, si rinnova e diviene “unica al mondo”, cambiando tutte le regole. Si riscoprono il valore delle cose, che non possono solo essere consumate e che invece possono essere ammirate, rivissute e condivise. Gli abiti e gli accessori con cui sono state rivestite le nostre bambole, sono pezzi unici. Insieme il sogno delle bambine e la magia della creazione dei grandi. E’ come avere tante sorelle, cugine, nipoti cui poter regalare un bellissimo vestito e tanti momenti di attenzione”.
Una passione che è cominciata quando da bambina le regalarono la “Famiglia Cuore” composta da Barbie, Kene i loro due figli, un quadretto familiare che ancora oggi conserva con tutti le altre bambole.
“In quel periodo – ricorda – ho iniziato a ricostumizzare, cioè ad intervenire su di loro vestendole secondo i miei gusti. È una cosa bellissima. Barbie è un essere perfetto, non ha difetti e vestirla ti da grandi soddisfazioni anche perché qualsiasi cosa le metti le sta da Dio. Ti puoi permettere di farle dei vestiti con tessuti molto costosi che difficilmente si possono realizzare per taglie adatte alle persone, proprio perché costerebbero troppo”.
Un aspetto questo, che non spaventa proprio tutti. “Durante la mostra una ragazza venuta ha fotografato una bambola per il vestito che indossava dicendomi che le sarebbe costato un occhio, ma per il suo matrimonio voleva proprio quell’abito. Ne sono rimasta profondamente colpita”. Ma l’interesse per il designer delle bambole non è stato apprezzato solo dalla futura sposa. “In tante mi hanno chiesto se quei vestiti esistessero anche per le ‘bambole vere’”.
Aspetto questo che ha aperto altri scenari possibili. “Che cosa spero? Oltre che arrivino adesioni alla mia associazione, anche che qualche azienda possa essere incuriosita dalla linea che ho creato per le mie barbie e che voglia tentarne la produzione”. E perché non sperarlo? Le bambole, del resto, servono proprio a coltivare sogni.
Ermanno Amedei
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