Dopo la cerimonia privata centinaia di persone per l’addio al maestro nell’angolo di pace alle spalle della Piramide Cestia conosciuto anche come “il cimitero degli Inglesi”, dove riposano tra gli altri Shelley e Gramsci. Eccezionalmente accoglie personaggi illustri italiani purchè in vita abbiano testimoniato la propria laicità
Migliaia di persone si sono messe in fila nel cimitero acattolico di Roma per l’ultimo omaggio al maestro Andrea Camilleri, morto ieri mattina all’ospedale Santo Spirito. Cittadini comuni, amici, artisti hanno portato sulla tomba del grande scrittore siciliano un tappeto di fiori, ma soprattutto tanti messaggi scritti per esprimere dolore e vicinanza. Per volontà della famiglia non ci sono stati funerali pubblici nè camera ardente. La moglie e le tre figlie, le nipoti e i familiari più stretti hanno dato l’ultimo saluto al grande scrittore questa mattina in una cerimonia privatissima, sempre nel “cimitero degli inglesi” dove lo scrittore riposerà, all’ombra della Piramide, in compagnia di tante presenze illustri, laiche e di grande ingegno. Presenti . Camilleri è stato sepolto sotto l’Angelo della Resurrezione, all’ombra di un enorme pino secolare nella zona 3, riquadro 1. “Sarà una sepoltura definitiva”, ha detto all’Ansa il direttore del cimitero Amanda Thursfield, “il Maestro era legato a questo posto, lo ha visitato più volte”.
Ringraziando “tutti i suoi lettori e tutti i suoi amici di avergli voluto così bene” e dando appuntamento per l’ultimo saluto i familiari del “papà di Montalbano” hanno voluto citare la conclusione della sua “Conversazione su Tiresia”: “Mi piacerebbe che ci rincontrassimo tutti quanti, qui, in una sera come questa, tra cento anni”. A rendere un ultimo saluto allo scritttore anche Luca Zingaretti. L’attore che veste i panni del commissario Montalbano dopo un momento di raccoglimento davanti alla tomba del ‘maestro’ ha salutato i familiari e non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione. Presenti anche tanti volti noti, tra cui il ministro Alberto Bonisoli, l’onorevole Laura Boldrini, il vicesindaco di Roma Luca Bergamo e gli attori Simona Marchini e Michele Riondino
L’ultimo personaggio a essere sepolto nel cimitero acattolico di via Caio Cestio, con un drappello addolorato ma estroso, è stato lo scorso settembre il coreografo Lindsay Kemp e intorno, a ridar vita a un luogo tanto discosto, così garbatamente démodé, c’erano decine di persone, dai tantissimi danzatori al suo produttore storico, ai costumisti. Tra i primissimi ad essere sepolti nel Cimitero acattolico di Testaccio, fu il poeta inglese Shelley che lo definì “il più bello e solenne che abbia mai visto”. L’area si delineò in epoca tardo settecentesca, parco di sepolture in sobrio stile anglosassone dedicato a religioni diverse dalla cattolica, dove sono seppelliti, tra gli altri, anche Keats, il figlio di Goethe, Irene Galitzine e grandi italiani come Antonio Gramsci, il poeta della beat generation Gregory Corso, il fisico Bruno Pontecorvo e lo scrittore Carlo Emilio Gadda.
Tra pini, cipressi, mirti e allori, rose selvatiche e camelie, il cimitero, anche detto “degli inglesi” è uno dei luoghi di sepoltura tutt’ora in uso più antichi in Europa, l’inizio del suo utilizzo risale intorno al 1716. Nacque perchè lo Stato Pontificio, allora, non permetteva che stranieri e non cattolici venissero seppelliti su suoli consacrati e servì dapprima come luogo di inumazione dei membri della corte degli Stuart, in esilio dall’Inghilterra. La prima lapide, nel 1738, fu per uno studente di Oxford caduto da cavallo e tre anni fa si celebrarono i 300 anni di sepolture.
Quasi 4000 le persone qui sepolte: inglesi e tedeschi i più, ma anche molti italiani, americani e scandinavi, russi, greci. La maggior parte tombe protestanti e ortodosse orientali, ma anche appartenenti ad altre religioni quali l’Islam, lo Zoroastrismo, il Buddismo e il Confucianesimo. Molti di loro si erano trasferiti a Roma, altri avevano scelto di vivere in Italia, altri ancora morirono a causa di una malattia o di un incidente mentre erano in visita nella città.
Secondo i rules del cimitero possono essere tuttora seppelliti cittadini stranieri preferibilmente di area anglosassone, purchè non di religione cattolica e se al momento del decesso erano residenti in Italia. Pochissimi, in realtà, quelli che recentemente vi hanno trovato posto. In via eccezionale quell’angolo di pace e di raccoglimento viene aperto anche personaggi illustri italiani, come nel caso di Andrea Camilleri, purchè in vita abbiano comunque testimoniato la propria laicità.
Il cimitero non riceve alcun finanziamento pubblico e viene mantenuto esclusivamente con donazioni private, con il contributo di numerosi “Amici” del cimitero.
“Qui avrà tanti compagni con cui parlare”, ha detto Andreina Camilleri di fronte alla tomba del padre Andrea, stringendo la mano alla sindaca. “Grazie per averlo lasciato qui a Roma, questo diventerà un luogo di pellegrinaggio. Credo il Maestro che abbia segnato la vita di tutti noi”, ha detto la prima cittadina. Con loro al Cimitero anche la nipote dello scrittore, Alessandra. “Camilleri cittadino onorario è una proposta che è stata avanzata su cui stiamo ragionando”, ha detto la sindaca di Roma Virginia Raggi dopo aver reso omaggio allo scrittore scomparso ieri. Intanto l’assemblea capitolina ha approvato con il voto unanime di 28 consiglieri la mozione di Giulio Pelonzi (Pd) per intitolare allo scrittore la Biblioteca della Casa delle letterature