Sonia, 20 anni, bellezza dell’est, spiega: “I veri soldi sia noi ragazze che i locali li fanno con le consumazioni e le table dance. Nelle consumazioni, il cliente per appartarsi a parlare con noi e magari allungarci un po’ le mani sulle gambe o sul sedere, paga a seconda del night club in cui ci si trova tra i 20 e i 30 euro. Cioè, vuoi offrire un succo di frutta alla spogliarellista? Paghi trenta euro e lei viene vicino a te, ti parla, si fa conversazione, si lascia un po’ accarezzare, e cerca di convincerti a fare un privè, una table dance. Noi per la giornata al nigh prendiamo un fisso basso, guadagniamo con i privè e le consumazioni”.
E i privè come funzionano? Sonia continua a raccontare: “Sono delle lap dance personalizzate. Il cliente e la spogliarellista si appartano in una stanza e la ragazza balla solo per il cliente, che può toccarla, baciarla, accarezzarla, il tutto però senza slacciarsi i pantaloni. Non c’è sesso, i gestori dei locali a questo stanno particolarmente attenti. Qualche volta, senza farsi vedere, controllano. Un privè dura 10 minuti e costa tra i sessanta e gli ottanta euro. Metà vanno alla ragazza, metà al locale. Molti uomini, anche se non si fa sesso, riescono comunque a venire, tra strusciamenti e palpatine varie”.
E se poi il cliente volesse incontrare la spogliarellista fuori dal locale? Sonia ammette: “Molte lo fanno, magari dopo aver fatto il privè lasciano il numero al cliente e ci vanno in albergo, facendo le escort o le prostitute. Ma se i proprietari del night club se ne accorgono, le mandano via. Io non l’ho mai fatto, già mi da fastidio spogliarmi e strusciarmi, figuriamoci fare del sesso vero”.
Sonia ha raccontato come ha iniziato a fare questo lavoro: “Sono arrivata in Italia a 16 anni con la mia famiglia. Non mi andava tanto di studiare. Nel mio Paese ero brava a scuola. Qui tra la nuova lingua e i nuovi compagni non mi sono ambientata subito. A 18 anni ho iniziato a fare le pulizie. Uno a cui andavo a pulire casa ogni tanto mi toccava il sedere, mi faceva sempre battutine. Mi dava fastidio. Proprio in quel periodo una mia amica aveva iniziato a fare sala in night club. Che vuol dire fare sala? Che sta dentro al night ma non fa lo spogliarello davanti a tutti, fa solo privè al massimo. L’ho accompagnata una sera ed il proprietario del locale mi ha subito chiesto se avessi voluto lavorare come spogliarellista. Ho fatto un corso di lap dance e ho iniziato. Anche se non è il lavoro dei miei sogni, guadagno bene. Quanto non lo dico però. La cosa brutta è che ti si sballa tutto, dormi di giorno, lavori di notte, torni a casa alle 3 o alle 4 del mattino, non riesci a vivere una vita normale, come vorrei io. Diciamo che mi possono togliere qualche sfizio, ho comprato la macchina, e alla fine mi spoglio e ballo per gli uomini, ma non sono una prostituta. Sto mettendo da parte i soldi, voglio tornare nel mio Paese, costruirmi una casa, aprire un piccolo negozio e vivere serena”.
Chi sono i clienti tipici degli strip club? Sonia li descrive così: “Nella maggior parte dei casi, uomini che escono dal lavoro. Poi ci ci sono molti ragazzi che fanno il militare a Roma e che ogni tanto si vengono a divertire. Ma loro non hanno soldi da spendere, io non ci perdo mai molto tempo