I paperoni italiani vivono prevalentemente in Lombardia, e fra tutte le città della regione preferiscono Milano.
Un po’ dipenderà dalla grande presenza di imprese, un po’ dal fatto che la forte concentrazione bancaria attira la ricchezza. Fatto sta che, in base ai dati forniti dall’Associazione nazionale del private banking, quasi un quarto dei super-ricchi italiani, quelli cioè che nei propri conti correnti hanno depositato almeno 2 milioni, risiedono sul territorio lombardo. Si tratta di 37.057 nuclei familiari, che si suddividono 143,1 miliardi di patrimonio complessivo, quasi il 30% di quello nazionale.
La “rappresentanza” lombarda non cambia se estendiamo lo sguardo alle famiglie con un patrimonio superiore ai 500mila euro, la cifra minima per accedere ad un servizio specializzato di private banking all’interno degli istituti bancari. In Italia le famiglie benestanti sono in tutto 590.589, in Lombardia 144.288; i patrimoni complessivi ammontano a 835,9 miliardi; in Lombardia a 248,4 miliardi.
Da notare che la crisi degli ultimi mesi non ha affatto scalfito i paperoni: i grandi patrimoni in Lombardia sono cresciuti del 4% tra il 2008 e il 2009, nonostante il calo dell’11% avvenuto tra il 2007 e il 2008. Trend in linea con il resto d’Italia: mediamente nel paese le ricchezze concentrate nelle mani dei paperoni sono aumentate del 4% negli ultimi 12 mesi, dopo una diminuzione del 9,8% tra il 2007 e il 2008. Come spiega Bruno Zanaboni, segretario generale di Aipb, in Lombardia i clienti con un patrimonio dai 500mila euro in su vivono soprattutto in provincia di Milano, dove risiede il 55,4% del totale; segue, a grande distanza, Brescia, col 9,4%, e Varese, col 7,2. Ultime della lista la provincia di Sondrio, con solo l’1,1% dei ricchi, e quella di Lodi, con l’1,4.
Analizzando la composizione media italiana (simile a quella lombarda), emerge che la fascia di età compresa tra i 55 e i 64 anni è la più numerosa (il 36%); poi ci sono i 45-54enni (il 26%), seguiti dagli under 44 (il 21%) e gli over 64 (il 17%).
Se prendiamo la fascia più alta, cioè i correntisti con un patrimonio superiore ai 2 milioni, gli operatori sostengono che in Lombardia l’età sia un po’ più bassa. «Per noi rispetto alla media nazionale sul territorio regionale ci sono più under 55 – dice Luca Caramaschi, responsabile del Private wealth management di Deutsche Bank in Italia, che gestisce patrimoni dai 2 milioni in su –. In Lombardia i 45-54enni rappresentano circa il 30 per cento. Nella fascia sopra i 2 milioni aumentano anche gli over 60, che rappresentano più della metà del totale. Ma possiamo dire che la Lombardia è mediamente più giovane».
Per quello che riguarda invece l’istruzione, emerge che studiare non sempre paga, almeno in termini puramente economici: i laureati sono solo il 35%, mentre coloro che hanno soltanto un diploma rappresentano più della metà del totale, col 55 per cento. Nel restante 10% ci sono quelli che hanno frequentato solo le scuole elementari o medie.
Analizzando le professioni, emerge che la maggior parte delle ricchezze è in mano ai pensionati, che rappresentano il 28% dei clienti del private banking, seguiti dal 25% dei professionisti, dal 17% dei commercianti e dal 14% degli imprenditori. «Nel nostro caso – dice Massimiliano Cagliero, ad di Banknord, che concentra la sua attività in Lombardia e in Piemonte – il cliente tipo possiede fino a 5 milioni, e si tratta di un libero professionisti dai 45 anni in su. Ci sono anche quelli che vanno dai 5 ai 30 milioni: imprenditori di seconda generazione o che hanno portato a termine una liquidazione». In maggioranza imprenditori sono invece i clienti Unicredit. Per Enzo Torino, responsabile della Lombardia per Unicredit-Private banking, «il 55% dei ricchi lombardi vive tra Milano e Monza, è solitamente un imprenditore e non supera i 55 anni».