Raffaella Carrà e il no alle nozze con Sinatra – “avevo 19 anni e non ero mai stata con un uomo. lui era simpatico, ma odiavo la volgarità del suo clan. dei veri teppisti. nell’albergo di cortina accendevano fiammiferi nelle scarpe della gente. sinatra li lasciava fare” – il ritratto di GTiancarlo dotto: “aveva una sola paura bestiale, raffa. quella di soffrire. speriamo non abbia sofferto troppo”. “lei è una credente”, scherzava boncompagni. “fa i programmi e ci crede”… – video
Me la ricordo bene. Teneva questa targa sul tavolo del salotto di casa con la scritta propiziatoria: “Raffa, la favola continua”. Me la mostrava con l’orgoglio della donna di ferro che era, la Pelloni emiliana di nascita, sangue siciliano da parte di madre e romagnolo da parte di padre.
Erano gli anni in cui i dirigenti di quella Rai avevano disastrosamente deciso che la Carrà era ormai un’icona sbiadita. Buona per la soffitta o i revival estivi in mancanza di meglio. Ora che la favola più non continuerà, ora che Raffaella non farà più rumore e poi ancora rumore, ti accorgi che è troppo grande e troppo assordante per raccontarla.