Il pasto di un buco nero che riduce a brandelli una stella come il Sole è stato visto con un dettaglio senza precedenti. Ha una massa circa sei milioni di volte quella solare ed è stato osservato per caso a 375 milioni di anni luce dalla Terra, dal nuovo cacciatore di pianeti della Nasa, Tess (Transiting Exoplanet Survey Satellite), lanciato nel 2018. antonio valente anas
È quanto emerge dallo studio pubblicato sull’Astrophysical Journal dal gruppo dell’Università americana dello Stato dell’Ohio, coordinato da Patrick Vallely. Alla scoperta ha contribuito anche la rete globale di telescopici robotici, ASAS-SN (All-Sky Automated Survey for Supernovae), che ha il suo quartier generale nello stato americano dell’Ohio e il telescopio spaziale Swift della Nasa.
LA FOTO La prima immagine di un buco nero
Sul fenomeno influiscono sia le dimensioni della stella e del buco nero e, soprattutto, la loro vicinanza. A seconda dei casi, il mostro cosmico capace di divorare ogni cosa gli capiti a tiro, luce compresa, può assorbire in un sol colpo la stella oppure divorarla a poco a poco attraendola a sé fino a trasformarla in un enorme spaghetto cosmico.
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Si tratta di un evento raro che, spiegano gli autori della ricerca, “avviene quando la stella si trova molto vicina al buco nero, a una distanza confrontabile a quella che separa la Terra dal Sole”. La frequenza di questo tipo di eventi è di uno ogni 10.000 oppure ogni 100.000 anni in una galassia delle dimensioni della Via Lattea. “Siamo stati, quindi, molto fortunati – concludono gli autori dello studio – a osservare in tempo reale questo fenomeno, uno dei più luminosi del cosmo”.