Nobu Hotels, le emozioni tradotte in hotel si espandono nel mondo: obiettivo 20 strutture entro due anni
Nobu Matsuhisa, Robert De Niro e Meir Teper sono celebrità che non hanno bisogno di troppe presentazioni: tre star internazionali, una dell’alta cucina e due di Hollywood. Fin qui non ci piove. Sono però anche un solido trio imprenditoriale con Nobu Hotels, società fondata nel 2009 come evoluzione del brand Nobu Restaurant, che fa sempre capo ai tre notabili soci, ma risale al 1994. E mentre Nobu, Robert e Meir celebrano i primi 25 anni insieme, con sette alberghi già operativi, ne annunciano altri otto entro la fine del 2019, e 20 per il 2020.
Non è difficile supporre che con tali personalità alla regia, i Nobu non siano i soliti alberghi di lusso dagli standard prevedibili. Innanzitutto si ispirano al Kokoro, più che una parola un concetto giapponese che allude a un insieme di emozioni, sentimenti, spirito e cuore che si genera in speciali circostanze e luoghi. Ecco, l’ambizione di Nobu è fornire l’ambientazione a quello specifico stato d’animo, favorendo le esperienze e il relax, che variano a seconda della destinazione. Cosicché le camere dell’albergo di Miami ricordano le beach house dell’architetto David Rockwell, mentre l’hotel di Shoreditch riflette l’energia di un quartiere emergente di Londra, compresi i graffiti degli street artist.
Ogni albergo è rappresentativo del luogo in cui si trova. Ed è sempre stato così, a partire dai primi due hotel con poche camere super esclusive aperti all’interno di giganteschi Casinò, come il Caesars Palace di Las Vegas e il City of Dreams di Manila, fino ai recenti Ryokan Malibu e Ibiza Bay che, appena inaugurati, sono stati subito classificati tra le migliori aperture dell’anno.
Il 29 marzo apre l’hotel di Marbella, in Spagna, ed entro l’anno faranno il loro ingresso nel portfolio Palo Alto, Riyadh, Los Cabos, Chicago e Barcellona. Allargando la prospettiva fino al 2020, si aggiungeranno Atlanta, Toronto e San Paolo. Oltre all’albergo vero e proprio, le strutture in Canada, Brasile e Messico avranno un’area residenziale, una scelta questa che ribadisce l’importanza del rapporto con il territorio e con chi ci abita, di cui è a quel punto imprescindibile saper interpretare stile di vita, esigenze e gusti. E i tre sono traduttori molto ferrati.