Un’azienda vitale, sana e con una fortissima vocazione all’export. Caratteristiche che condivide con il settore al quale appartiene, l’occhialeria, dove l’Italia ha una leadership mondiale, grazie a un poker di grandi imprese e a un distretto, quello del Bellunese, scelto persino dai big francesi, americani e inglesi per produzioni di fascia alta e medio-alta. Parliamo di Marcolin che, insieme a Luxottica-Essilor, Safilo e De Rigo, ha trasformato gli occhiali da sole e da vista in un accessorio moda. Con il contributo di una filiera unica al mondo e di imprenditori visionari.
Marcolin Group ha però una caratteristica tutta sua: è concentrata unicamente nella creazione e produzione di occhiali, non possiede catene di ottici, né in Italia né all’estero. Un’anomalia che, spiega l’amministratore delegato Massimo Renon, è diventata un punto di forza. «Il nostro mestiere è uno solo: non vogliamo diventare retailer perché preferiamo concentrare le energie creative, economiche e manageriali sul prodotto». Una scelta condivisa con il fondo Pai, azionista di maggioranza di Marcolin dal 2012. «Pai ha una visione di medio-lungo termine, non speculativa, che ci ha permesso di fare investimenti sul marchio di proprietà, Web, e di acquisire importanti licenze – sottolinea Renon –. Siamo diventati un punto di riferimento per i brand della moda e del lusso: alla case history di successo Tom Ford Eyewear posso aggiungere nomi come Diesel, Guess e Swarovski, ai quali ci legano contratti di lunghissimo periodo».
Nel 2017 il fatturato di Marcolin, che nel 2014 il fondo Pai ha deciso di “delistare” dalla Borsa di Milano, ha sfiorato i 470 milioni, crescendo del 6,4% sul 2017, con un ebitda e altri parametri di redditività «altrettanto positivi», aggiunge l’amministratore delegato. «Oltre il 90% del nostro business viene dalle licenze e per questo è importante avere partnership con orizzonti molto ampi: per Tom Ford abbiamo di recente rinnovato, prolungando il contratto fino al 2029».
Il business degli occhiali fa gola a tutti i marchi: le montature da vista e da sole sono strategiche per l’immagine di qualsiasi brand e possono avere un peso non da poco nelle vendite dei monomarca, essendo uno dei modi per “entrare” nel mondo di un brand. Ma non ci si improvvisa esperti del settore: se non ci si accontenta più del modello di business basato su licenze e royalties, si possono scegliere altre strade. «È un momento di grande vivacità – conferma Renon –. Come dimostra la nascita di Thelios, la joint venture di Marcolin con Lvmh, il più grande gruppo del lusso al mondo. Entro la fine del mese verrà inaugurata la sede e non poteva che essere qui nel Bellunese».
Le due strutture restano ovviamente separate e l’amministatore delegato per il 2018, per Marcolin, guarda a nuovi mercati e investimenti nel servizio al canale wholesale e nel training delle persone. Ma anche all’innovazione sui materiali usati per le montature, alle tecniche di lavorazione e alle lenti.
«Tra le novità più recenti ci sono i modelli Tom Ford Eyewear Blue Block, montature dotate di una lente che riduce i rischi relativi all’esposizione ai raggi blu, quelli che vengono dai dispositivi elettronici di cui a volte abusiamo – aggiunge Renon –. Per quanto riguarda l’internazionalizzazione, nel 2017 l’export è arrivato al 93%, ma siamo sempre interessati a nuove opportunità. Venerdì scorso abbiamo annunciato una joint venture con Moendi, tra i maggiori distributori indipendenti del Messico. La società Marcolin Mexico, detenuta al 51% dal nostro gruppo, distribuirà collezioni moda e lifestyle».
La crescita costante dell’azienda veneta è possibile anche grazie all’impegno sulla formazione: «Cerchiamo di fare in modo che ogni nuovo assunto assorba il know how di chi è in azienda da tempo – conclude il ceo di Marcolin –. Collaboriamo inoltre con scuole ed enti locali. È interesse di tutti che questo nostro bellissimo, ma fragile territorio, continui a essere il punto di riferimento mondiale, che non si spopoli e che, anzi, continui ad attrarre talenti da tutto il mondo».