Gioielli, cosmetici, foulard: shopping di lusso negli hotel con le collezioni dedicate

Una volta erano i posacenere, dei dolcetti, un bottiglia di acqua di Colonia. Oggi, il souvenir da portare a casa per ricordare il soggiorno in un bel resort può essere anche una collana di diamanti e smeraldi dal design ispirato al resort stesso. Accade in Australia, al One&Only Wolgan Valley, nelle Blue Mountains, per il quale la gioielleria Fairfax & Roberts ha realizzato una collana il cui bozzetto è esposto in hotel e che si può avere solo su ordinazione.

In questi anni di costante crescita del lusso «esperienziale» (+11% fra 2010 e 2016 secondo Bain- Altagamma, a fronte di un +6% di quello legato agli oggetti), il mondo dell’ospitalità e quello della moda si incontrano sempre più spesso, soprattutto attraverso capsule collection realizzate ad hoc per gli ospiti. Un contatto che arricchisce entrambi: gli hotel possono offrire un’ulteriore declinazione della loro esclusività; i brand di moda si aprono a nuovi canali di vendita (si veda l’articolo a fianco) e si evolvono verso un ampliamento “lifestyle”, sempre più apprezzato dai consumatori di alta gamma. Nelle collezioni realizzate per gli hotel si esprimono al meglio anche altre due tendenze del lusso contemporaneo: la personalizzazione, che è anche desiderio di possedere qualcosa di davvero esclusivo, a prescindere dal suo valore, e la capacità di raccontare una storia, un territorio e le sue eccellenze.

Uno dei casi più esemplari in questo senso è la recente collaborazione fra Pucci, marchio nato e cresciuto a Firenze, e l’hotel Savoy, uno degli alberghi storici della città, proprietà della famiglia Ferragamo e gestito dal gruppo Rocco Forte, appena riaperto dopo lavori di rinnovamento: la image director del brand, Laudomia Pucci, ha realizzato un foulard che decora i tavolini del bistrò Irene e che i clienti possono acquistare (si starebbero peraltro valutando anche altre creazioni). Fra le novità della nuova stagione c’è anche la capsule di kimono, pantaloni e giacca in seta stampata firmata da F.r.s., marchio di Francesca Ruffini Stoppani, per i cinque stelle della famiglia Sciò, Il Pellicano di Porto Ercole e La Posta Vecchia di Palo Laziale.

 

Le vacanze al mare favoriscono le collaborazioni di hotel e resort con brand di beachwear: se lo scorso anno Gallo aveva firmato dei costumi per l’Augustus Hotel & Resort di Forte dei Marmi, quest’anno il brand francese Vilebrequin ha annunciato una capsule di bermuda per gli hotel Ritz-Carlton, con una stampa di pesciolini che richiamano il cocktail “Red Snapper” (che significa “dentice”), servito negli hotel del gruppo. Altre collezioni di costumi sono state pensate dal marchio britannico Orlebar Brown per One &Only e per i tropicali Lux Resorts (che approderanno anche in Italia nel 2020, in Toscana).

C’è poi chi si spinge oltre le capsule collection, proponendo agli ospiti di creare in prima persona il loro “souvenir”: nel Chianti il Castello del Nero, che nella sua boutique offre l’alto artigianato toscano dei gioielli Vettori di Ponte Vecchio e degli orologi di Giuliano Mazzuoli, dà la possibilità di disegnare il proprio paio di scarpe in collaborazioni con artigiani locali, scegliendo pellami e dettagli, per riceverlo poi in hotel o a casa accompagnato da un book fotografico che ne racconta il processo creativo.

A New York, il W Union Square (il marchio più “millennial” del gruppo Marriott), ha stretto una collaborazione con lo streetwear brand Tango Hotel, declinata sia in creazioni da indossare, sia nella possibilità di disegnare il proprio outfit insieme a uno stilista del marchio. W, inoltre, collabora da sei anni con il Council of Fashion Designers of America per un progetto di formazione dei giovani talenti, ai quali offre un soggiorno “ispiratore” nei suoi hotel.

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