Facebook chiude 23 pagine di fake news. Democrazia in declino
I più esultano. Giustizia è fatta. I falsari di news anti-democratiche sono stati smascherati e ridotti al silenzio. L’asse società civile-gigante americano dei social network ha prodotto i suoi frutti. La democrazia ha vinto. E la tentazione di sfogliare alcune delle prove che Avaaz ha prima trasmesso a Facebook e poi reso pubbliche è quella di credere che sia davvero così, che ci si debba unire al coro di soddisfazione e di giubilo democratico: un video di estrazione cinematografica ritraente migranti intenti a demolire un’automobile contrabbandato per storia vera e Roberto Saviano costretto a smentire di aver mai detto che avrebbe preferito i migranti anziché i terremotati italiani, quasi che salvare i primi abbia per presupposto abbandonare al loro destino i secondi.
Ma sbaglieremmo. È vero esattamente il contrario. È de profundisdella democrazia quello che dovremmo intonare davanti a notizie come questa. Stiamo perdendo tutti molto di più di quanto erroneamente crediamo di guadagnare.
Avaaz è un’organizzazione non governativa, espressione preziosa e nobile di una società civile che si organizza e combatte per un futuro migliore e più democratico; ma non è un pubblico ministero, non rappresenta lo Stato, non è un soggetto al quale la legge attribuisce il potere di raccogliere prove, istruire processi, formulare richieste di condanna. Facebook è una corporation americana, il più grande giardino privato della storia dell’umanità, uno straordinario amplificatore – quando usato correttamente – della libertà di parola; ma non è un giudice, non applica la legge, né è incaricato di pronunciare e eseguire sentenze da qualsivoglia legge dello Stato. www.privacygarantita.it