Energia, in casa è rivoluzione
Arriva la scatola ipertecnologica, che misura i consumi elettrici, per essere all’avanguardia
Arriva con un installatore compreso nel prezzo. Il nuovo volto di un’azienda italiana un tempo polverosa come l’Enel, al secolo Ente nazionale per l’energia elettrica (anno di fondazione 1962, con il quarto governo Fanfani), è una scatola bianca. Centro della linea e-goodlife, l’hanno chiamata “Box”, scatola appunto, in un eccesso di originalità. Verrà presentata lunedì, prezzo di lancio 329 euro, e si collega ad un piccolo dispositivo che viene inserito nel quadro elettrico di casa qualsiasi sia il fornitore di energia. Da quel momento comincia a controllare i consumi e a metterli a confronto con quelli di case simili segnalando fra le altre cose picchi e anomalie. Ha una superficie luminosa che cambia colore in tempo reale: verde se siamo nei limiti, giallo quando aumentano, rosso lampeggiante e allarme acustico se si è pericolosamente vicini ai limiti. Come è successo nel nostro caso per colpa di una «lavatrice troppo esuberante», stando alla definizione del tecnico e di un ferro da stiro che lo è altrettanto. Il Box è il centro di un sistema più ampio e ambizioso gestibile sempre via app. Si possono associare sensori che segnalano l’apertura di porte e finestre, prese intelligenti che analizzano in dettaglio quanto assorbe la “lavatrice esuberante”, l’asciugacapelli, il televisore o lo stereo e che possono essere attivate e disattivate a distanza attraverso lo schermo del telefono. E c’è la telecamera e il sensore di movimento e di temperatura da aggiungere al sistema.
Non siamo poi così distanti da quanto immaginato dalla Nest di Google o da Apple con Homekit. Secondo la Ericsson entro cinque anni ci saranno 18 miliardi di dispositivi collegati alle Rete nel mondo, contro i sette di oggi. Per quella data in Italia, fonte Commissione Europea, avremo almeno 35 milioni di contatori intelligenti. Scenario che apre le porte ad un aumento esponenziale di apparecchi smart da casa e a un mercato che viene valutato da MarketsandMarkets in 121 miliardi di dollari nel 2020. Vedremo se poi andrà davvero così. Ma intanto le nostre abitazioni, entrando in Rete, iniziano a parlare. Strano a dirsi, l’Europa non è indietro. I termostati intelligenti e le telecamere della Netatmo sono francesi, quelli della Tado cresciuti in Germania, le lampadine smart della Philips vengono dall’Olanda.
«Lo so, può sembrare strano che l’Enel si sia lanciata in un settore all’avanguardia», commenta Ernesto Ciorra, responsabile per l’innovazione dell’ente, «ma è quello al quale stiamo lavorando: andare verso il futuro, investendo in startup e progetti come il Box». Di lavoro Ciorra e compagni ne hanno ancora un bel po’ da fare. L’app del Box, con la quale si può fare di tutto (perfino la spesa nei supermercati circostanti), è a tratti confusa. E alcuni dispositivi come la webcam rispondono male. Ma resta la sorpresa di veder l’Enel nel campo dell’elettronica di consumo e dell’Internet delle cose. Con una differenza rispetto ad Apple a Google, almeno in Italia: è già in 30 milioni di case. Non è un vantaggio da poco. Ora bisogna vedere se saprà sfruttarlo