L’estate è estate, ed esige colori vivi, leggerezza di spirito e morbidezza di forme, ma è anche un semplice stato d’animo di assoluta spensieratezza
di Angelo Flaccavento
L’affollata fashion week parigina si è chiusa ieri con un messaggio chiaro fino alla tautologia. L’estate è estate, ed esige colori vivi, leggerezza di spirito e morbidezza delle forme, ma è anche un semplice stato d’animo di assoluta spensieratezza. Persino il sempre fosco Hedi Slimane vi si abbandona, da Céline. Nessuno sbraco, sia chiaro: Slimane è un maniaco del controllo che non accetta sbavature, e che pratica l’arte della ripetizione come metodo creativo, facendo sempre in modo che il messaggio arrivi forte, reiterato e chiaro.
A questo giro la silhouette, con le giacche doppiopetto dalle spalle piccole e squadrate, i blusottini corti e i pantaloni a vita alta e a zampa, ha un sapore anni settanta, tra glamour festaiolo e intellettuali organici. Il misto di formale e informale è fresco, benché nostalgico, con i jeans che fanno un gran ritorno sotto i blazer, mentre sporte e cappelli di paglia migrano dalla spiaggia alla città. Niente di dirompente, niente di mai visto, ma servito con una precisione e una attenzione al dettaglio che convincono.
L’estate di Bruno Sialelli per Lanvin è di tutt’altro genere: eccentrica, deliberatamente puerile e con un gusto ludico per l’assurdo tradotto in un mix di colli da marinaio e tailoring informale, di ampi volumi e colorini pastello, di sandali di corda e tricorni di paglia. L’effetto è vitale e avvolgente, non fosse che il debito con Loewe, dove Sialelli ha lavorato fino ad un anno fa, appare fin troppo evidente, sotto ogni aspetto, lasciando interdetti. Il giovane designer non è certo privo di visione e talento. Anzi, ha un magnifico mondo interiore. Deve solo trovare il modo di canalizzarlo in un idioma davvero personale.
Da Kenzo, la collezione di addio di Humberto Leon e Carol Lim è un viaggio intorno al tema dell’acqua – forme liquide, colori traslucidi – ma anche una passeggiata sul viale della memoria personale con un florilegio delle migliori silhouette disegnate in questi otti anni alla guida creativa della maison, e un esercizio di democrazia, con lo show concerto aperto a oltre 4000 non professionisti.
Da Alyx, in fine, l’estate è nera e metropolitana, ma l’estetica industriale del marchio si apre al tocco umano del fatto a mano, accoglie il tailoring – leggero e preciso – e progredisce in una stimolante direzione.