«Nel 1968 ho aperto una bottega di quattro metri quadrati, a Torino. Lavoravo per persone che conoscevo, con la macchina da cucire fatta arrivare dal paese. Oggi l’azienda fattura 21,5 milioni di euro e vende in tutto il mondo: dalla Spagna alla Cina passando, ovviamente, per l’Italia». Fa un balzo nel tempo di mezzo secolo esatto Carlo Pignatelli, fondatore dell’omonimo brand, passando dal racconto dei suoi esordi, nella Torino divisa tra sviluppo industriale e lotte sindacali, a quello dei suoi successi attuali.
L’azienda che porta il suo nome festeggia i suoi primi 50 anni e lo fa con una mostra, in allestimento a fieramilanocity dal 6 al 9 aprile, in occasione della bridal week di Sì Sposaitalia. “Storia di un sogno”, questo il titolo della retrospettiva-evento, ripercorre la carriera e la vita dello stilista, entrambe inevitabilmente intrecciate ai temi della cerimonia e della couture.
«Negli anni Ottanta ho cominciato ad affermarmi come couturier, creando abiti su misura, con un occhio rivolto al mondo della cerimonia. Decisi di chiudere la mia prima sfilata con l’uscita di uno sposo e di una sposa: una scelta che ha segnato il mio percorso». Oggi l’azienda produce le collezioni maschili e femminili sartoriali e su misura, grazie a un team affiatato: «Abbiamo 30 sarti, modellisti, ricamatrici e un ufficio stile di 20 persone che guido io stesso. Lavoriamo per dare vita a un sogno».
Nel corso dei 50 anni di attività del designer le leggi – da quella sul divorzio, del 1974, a quella sulle unioni civili, del 2016 – e i cambiamenti sociali hanno contribuito a rivoluzionare la teoria e la pratica dei matrimoni. All’evolversi delle tradizioni ha concorso anche la crisi, che ha assottigliato i budget. Pignatelli ha seguito l’evoluzione, cavalcandola: «L’interesse verso gli abiti da cerimonia non è mai mancata e la a crisi ha portato le spose di nuovo in sartoria: se si fa un investimento, si vuole il risultato migliore e più “personale” possibile».
Attualmente il core business dell’azienda è il menswear: «Le linee da uomo sono tre: cerimonia , sartorial wedding ed evento. Quest’ultima è una linea più accessibile sul piano del prezzo, dedicata a chi partecipa alla cerimonia: i familiari, i testimoni di nozze».
Il giro d’affari di Pignatelli è oggi internazionale: «Lavoriamo in tutto il mondo: nella penisola iberica, da sempre un mercato molto importante, ma anche in Cina e Giappone, dove il made in Italy è sempre più apprezzato». L’estero assorbe circa il 20% dei ricavi: «È una percentuale ancora ridotta, ma puntiamo a incrementare la quota arrivando al 35% nel giro di qualche anno».
La partecipazione a Sì Sposaitalia, fiera dedicata al mondo del matrimonio che si svolgerà a Milano, si può leggere anche nell’ottica dell’internazionalizzazione del business. Sarà questo, poi, il contesto dei festeggiamenti per il cinquantesimo: «Per i quarant’anni di carriera avevo organizzato una grande sfilata; per celebrare questo anniversario ho scelto una formula diversa: un percorso fotografico-illustrativo che racconta la mia storia e quella dell’azienda». La mostra, curata da Camera e Brh+, comprende scatti di grandi fotografi come Michel Comte, Bob Krieger, Aldo Fallai, Roxanne Lowit e sarà visibile anche sui social dell’azienda: «Un modo per coinvolgere un pubblico sempre più ampio».
Lo sguardo, insomma, non è rivolto solo al passato, ma è soprattutto su cosa sta accadendo oggi e accadrà domani. Alla voce “progetti per il futuro”, Pignatelli inserisce «il perfezionamento del guardaroba maschile per la cerimonia – dice -. E poi voglio continuare a far sognare gli sposi».