bloomberg italia
“Tutti sappiamo che la prossima crisi in Italia è in arrivo, è semplicemente una questione di quando”. Un articolo di Bloomberg prepara il terreno a un aumento dell’incertezza sui mercati finanziari per i titoli di Stato italiani. Secondo l’autore gli investitori internazionali si stanno preparando a una riedizione dello scontro tra Italia e Ue, come in occasione della scorsa manovra. “Il deficit di bilancio sta deragliando fuori controllo, e a un certo punto Bruxelles dovrà intervenire per far fronte alla sempre più probabile violazione delle sue regole fiscali”.
Le possibilità che l’Italia raggiunga il suo iniziale target di deficit per il 2019 pari a 2,04% – già rivisto al rialzo al 2,4% – sono state sempre frutto di pura fantasia, scrive Bloomberg, ma con l’economia che scivola in recessione, anche questa nuova previsione appare a rischio. L’Italia che devia così tanto dagli impegni potrebbe essere una questione “troppo grande per la Commissione Ue da mettere sotto il tappeto”. C’è poi la questione chiave del debito pubblico, “ogni ulteriore deterioramento causerà una grave costernazione a Bruxelles”, considerando che l’Italia è “too big to fail”.
Secondo l’autore dell’editoriale, il calo degli ordinativi industriali del 2,7% registrato a marzo non lascia spazi di ottimismo in merito a una ripresa economica italiana, a dispetto dell’aumento della produzione registrata negli ultimi due mesi. Eppure le parole di Giovanni Tria sull’ipotesi di aumento dell’Iva sono state respinte con forza dalla maggioranza. Secondo Bloomberg, Movimento 5 stelle e Lega si trovano in uno “stato di negazione della realtà che non preannuncia niente di buono”.
I mercati sono alla finestra, guardano cosa accade con attenzione, prosegue Bloomberg. I bond a 10 anni “sono stati molto popolari quest’anno, ma i rendimenti sono aumentati nelle ultime settimane”. L’Italia non è ancora in zona d’emergenza, ma gli investitori “si stanno posizionando per quello che viene considerata un’inevitabile riedizione dello scontro fra Bruxelles a Roma, che spinse i rendimenti sulle obbligazioni a 10 anni sopra il 3,5%”. In definitiva, l’Italia è vicina ad un nuovo aumento dello spread e a una nuova ondata di vendite dei titoli di Stato.