Mi chiamo Esthefany Guillermo, e sono l’eccezione che fa la regola.
Si esatto, sono una di quelle bambine che i professori ritenevano portata per gli studi ma non costante, quella con molte capacità ma in un certo senso un po’ “smarrita”.
Proprio grazie a queste mie capacità sono sempre stata stimolata un po’ in tutti i fronti.
Non ho avuto un’infanzia rose e fiori, ma non posso nemmeno lamentarmi.
I miei genitori si sono separati quando ero appena nata, la motivazione mi è stata tenuta nasosta fino alla mia adolescenza, o meglio mi è stata deviata di maniera che potesse essere ai miei occhi più digeribile ma che allo stesso tempo mi ha fatto sviluppare un sentimento negativo verso il mio genitore distante.
Se mi ha causato un vuoto questa scelta?
Si’, una paura estrema dell’abbandono e soprattutto in positivo una voglia di riscatto sociale estrema.
Mia madre è sempre stata una grande lavoratrice, ricordo che a volte tornava a casa cosi’ stanca che non riusciva nemmeno a stare qualche minuto con me, in quel momento pensavo “ tanto lavoro non equivale ad avere successo”, soprattutto pensavo non avrei voluto fare gli stessi errori che ha commesso lei e mio padre nel loro trascorso di vita.
Cosi’ ho iniziato la mia vita scolastica e lavorativa insieme per poter provvedere ai quei bisogni extra di cui avevo bisogno.
Sono sempre stata sognatrice, volevo diventare truccatrice, cosi’ feci una scuola per diventare estetista professionista, fortunatamente durante i quattro anni ho avuto la possibilità di interfacciarmi con il mondo de lavoro e non è andato esattamente come immaginavo, il nonnismo che ho visto nei miei occhi mi ha fatto capire una regola fondamentale fra i miei valori principali “non avrei lasciato nessuno decidere per me e impormi cosa fare”, avere un “titolare” nel vecchio senso del termine non era davvero per me.
Cosi’ partii a seguire i miei sogni, mi sentivo dire da tutti che ero troppo piccola per fare modella, ma mi sono ostinata, partecipai ad un concorso di bellezza a Milano e conobbi alcune persone dello showbiz, e da li non mi sono più fermata.
Mi proposero di partire in un viaggio e dissi di se senza riflettere, questo mi fece perdere il lavoro di allora (lavoro a tempo “indeterminato”) il sogno dell’italiano medio LOL.
Cio’ è stata per me una conferma perché in quel momento ho sentito una sensazione di sollievo e non di sconforto come la maggior parte delle persone avrebbe pensato.
Ricordo che all’epoca vivevo anche in una relazione che mi teneva prigioniera in un personaggio che la società e il contesto aveva costruito per me, un personaggio nel quale mi sentivo schiava di cio’ che io stessa avevo creato.
Le azioni, avere un fidanzatino di buona famiglia, andare al bar, fare le azioni ch facevano tutti senza avere una vera motivazione profonda. Fino a che mi sono detta” ma perché?!” facci sempre un esempio… quello dell’elefante da circo che è prigioniero della piccola catena che lo tiene attaccato ad un piccolo bastone , che non si muove a causa delle sue abitudini in quanto abituato a non avere la forza necessaria per staccarsi, e nonostante la sua grande stazza non proverà più a tirare quella catena per potersi liberare in quanto oramai fuori dalla sua zona di comfort e dai suoi schemi mentali.
Cosi’ allo stesso modo definisco la forza umana, perché la forza risiede in noi e solo noi possiamo fare quello step decisivo per rompere quelle catene.
Cosi’ decisi di togliere le mie catene allo stesso modo, ricordo che con quel fidanzatino erano più frequenti i litigi che i momenti positivi, ricordo che in un momento di rabbia si prese la briga anche di “lasciarmi”. Devo ammettere che gliene saro’ grata perché in qul momento mi sono sentita cosi’ sollevata che ho solo detto: “ok”! Mi sentivo infine libera, come l’elefante libero dalle sue catene, libero di potersi muovere di essere se stessa, di vivere.
Trasferitami a Milano ho iniziato a comprendere che non potevo vivere solo della mia immagine, nonostante questa attività mi avesse aiutato soprattutto nella disciplina e nel rigore non mi sentivo soddisfatta, volevo essere conosciuta anche per il mio aspetto, fare qualcosa che potesse aiutare anche gli altri nello stesso tempo.
Cosi’ seguii i consigli del mio entourage, essendo appassionata per la psicologia e il funzionamento mentale e allo stesso tempo per la tecnologie e le relazioni interpersonali la mia risposta di un mix di queste carattestiche si nascondeva nel marketing e nella comunicazione.
Inizia a studiare,e cio’ mi permise al tempo stesso di lavorare in una grande clinica di chirurgia estetica a Milano che è attualmente una delle piu’ note nel settore ( Medical group Aesthetic) di cui ero responsabile marketing ed advisor, forse una delle prime a Miano!
Era un’attività che mi lasciava soddisfatta ma ho sempre nascosto la vena da imprenditrice.
Ricordo che da piccola dicevo sempre a mia madre “mamma da grande io saro’ ricordata per qualcosa, le persone mi riconosceranno”, piano piano sta accadendo.
Dopo qualche anno suddivisa fra il lavoro tra modella e Responsabile Marketing in una clinica. Il fato mi porta qualcosa nella vita che darà poi un switch definitivo al mio percorso.
Durante delle vacanze/lavoro a Courcheval in montagna conobbi l’uomo della mia vita, cio’ che mi fece dare una svolta definitiva alla mia carriera professionale e personale.
Devo dire che ci siamo piaciuti dal primo instante, talmente che abbiamo comunicato inglese nonostante avessimo un livello medio entrambi durante qualche ora tutta la sera! E’ stato davvero un momento magico che avro’ per sempre impresso nella mente.
Ci siamo poi salutati dandoci appuntamento al giorno dopo,con la promessa di vederci presto a Parigi, sembrava fosse tutto già scritto, tanto che alla sua partenza fui costretta per forze maggiori a partire prima del tempo prestabilito.
Ero un po’ spaventata, ma presi la cosa come un segno, da tempo avevo voglia di imparare una quarta lingua e devo dire il francese mi attirava molto, chiesi consiglio alle amiche, presi il coraggio a due mani e una settimana dopo il week end ero a Parigi da lui e da li’ il resto è storia, non ci siamo più separati e abbiamo creato la nostra splendida e bella famiglia che oggi tutti conoscono, ovvio non è stato facile per me, i primi 4 mesi non dicevo mezza parola, volevo assimilare il più possibile per poter parlare il più correttamente possibile, poi iniziai a parlare, ricevevo complimenti un po’ da tutti per la mia capacità di apprendimento.
Nel frattempo nella mia vita personale mi rendevo conto con il passare del tempo che mia mamma aveva qualcosa che non era visibile agli di tutti ma che creava problemi nella nostra relazione, questo momento è stato un periodo di riflessione e comprensione in contemporanea con la mia relazione, fatto di ricerca approfondita tra i miei ancestri, un periodo di forte emozione ed immersione, li’ ho definito il fattore che scatenava quel problema sociale e relazione in mia madre, mi sono accorta che soffrira di una sindrome, Asperger, mi sono accontentata di comprenderla perché non esistono cure, con il tempo andando avanti nella mia vita lavorativa mi sono accorta che ero cosi’ concentrata su di lei che avevo perso di vista me stessa. Non mi ero accorta di avere ola stessa cosa ma in maniera diversa, i fenotipi cambiano secondo anche l’ambiente esterno.