Il produttore catanese Antonio Chiaramonte , presidente di CinemaSet , ma oramai da anni trasferito a Roma copre un ruolo determinante nella creazione delle sue opere cinematografiche . La sua oramai è una figura professionale nel settore cinematografico , noto da anni al pubblico per aver avuto il coraggio di cambiare il suo modo di fare cinema concentrandosi sulle tematiche sociali con storie vere basate sulla legalità a scopo educativo e didattico per poi trasferirli ai ragazzi e studenti di tutta Italia . Infatti oggi è pure componente tecnico-scientifico del Miur per i progetti cinematografici inerenti proprio alla legalità insieme all’avvocato Enzo Guarnera dell’associazione Antimafia e Legalità.
Antonio Chiaramonte si è guadagnato una certa fama nel corso degli anni , basti pensare che in occasione del compleanno di Papa Francesco, nella Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri a Roma nel 2013 , in un grande evento-concerto che è stato festeggiato con musica e parole per la ricchezza spirituale del Pontefice e il Santo Natale, ha ricevuto un premio proprio per la prima volta, mai accaduta fino a quel momento per un produttore cinematografico . La serata venne presentata da Eleonora Daniele e Paolo Notari, e venne trasmessa in mondovisione da Rai News 24 . Nel corso del concerto furono attribuiti anche dei riconoscimenti per la diffusione del messaggio cristiano e di speranza per i giovani. Tra i premiati, appunto, il produttore cinematografico Antonio Chiaramonte per la CinemaSet, con la seguente motivazione: “per il contributo cinematografico che accendendo i riflettori sulle problematiche etiche giovanili, ha apportato ad un arricchimento morale dei nostri giovani.”
E’opportuno ricordare , che ha vinto all’ultimo festival di Venezia 2020 nella sezione dedicata all’impegno sociale lo Starlight International Cinema Award con il suo ultimo film “Io Ho Denunciato” diretto da Gabriel Cash , come miglior produttore internazionale sulle tematiche sociali. Un riconoscimento meritato che lo ha portato alla ribalta grazie alla stampa internazionale, come “ il nuovo cinema di Antonio Chiaramonte”. Quel giorno fu premiato direttamente dal direttore artistico del Festival di Venezia Alberto Barbera.
Presidente , ci parli del Miur e del suo ultimo film prodotto quest’anno :
“È nato un meraviglioso e sinergico progetto – esordisce Antonio Chiaramonte – frutto del Protocollo d’Intesa sottoscritto tra il Ministero della Istruzione (MIUR), la società di produzione cinematografica CinemaSet e l’associazione Antimafia e Legalità con l’avvocato Enzo Guarnera .
È un progetto rivolto soprattutto ai giovani delle scuole italiane, per diffondere i valori della legalità in tutte le sue possibili articolazioni. Abbiamo cominciato con il film ” Io ho denunciato “, sul tema del coraggio di un testimone di giustizia nel raccontare il dopo denuncia, e continueremo su altri temi di assoluta attualità.
Il prossimo anno scolastico – continua Antonio Chiaramonte – porteremo in molte scuole italiane le nostre produzioni cinematografiche e ci confronteremo con gli studenti sulle tematiche che di volta in volta il film ha trattato. Abbiamo appena finito di girare a Vercelli e nella sua provincia il film ” Lupo Bianco “, diretto da Tony Gangitano e scritto da Sthepanie Beatrice Genova e Alessandro Ferrara di intenso impatto emotivo, che tratta il tema dell’abbandono familiare e del disagio giovanile che ne deriva. Ma, al contempo, è un film sulla possibilità del riscatto, e sulla importanza di praticare il valore della solidarietà e dell’accoglienza verso coloro che vivono condizioni di difficoltà. La realizzazione di questo film si deve ad una persona meravigliosa, Carlo Olmo, avvocato di Vercelli, che ha voluto trasferire la propria esperienza personale in un messaggio positivo per i giovani. Carlo Olmo è un mecenate e filantropo, che dedica la propria vita ad aiutare il prossimo.
Nel mese di luglio verrà in Sicilia, mi ha promesso personalmente di impegnarsi anche nella nostra isola per dare vita ad iniziative di sostegno e promozione dei giovani in difficoltà. CinemaSet e Antimafia e Legalità saranno impegnati con lui, questo è il nostro nuovo modo di raccontare e produrre il nostro cinema iniziato già qualche anno fà.
Convinti, come siamo, che è compito dei cittadini di buona volontà contribuire a risolvere alcuni problemi sociali che spesso vengono trascurati a causa della inerzia e della inefficienza delle pubbliche amministrazioni.”
Parliamo della post – produzione del film Lupo Bianco , arriverete a definirlo entro la scadenza dei termini per la selezione del Festival di Venezia ?
Abbiamo già iniziato da alcuni giorni la post – produzione di Lupo Bianco , tenendo presente che impiegherà uno sforzo notevole di forze , energie e tecnici nel montare questo film , in quanto ci stanno anche tanti effetti speciali all’interno del montaggio da inserire , e questo ci comporterà tanto tempo per i tempi previsti per la domanda presentazione della selezione del Festival di Venezia , gli operatori stanno lavorando senza nessuna sosta sia giorno che di notte per poterlo definire quanto prima.
Lei pensa che questa sua ultima produzione possa essere selezionato a Venezia?
“Guardi , fino ad oggi non ho la lampada di Aladino per conoscere il futuro, magari l’avessi ..posso solo dire che la storia è emozionante , affascinate ed inedito nel suo genere , ho avuto un bravissimo regista che è Tony Gangitano che realmente sono rimasto stupefatto del buon lavoro svolto , idem per gli scrittori di questa storia Beatrice Genova e Alessandro Ferrara , lo stesso lo dico per tutti gli attori del cast che hanno partecipato a questa grande opera , fantastici , uno più bravo dell’altro , cosi come per il direttore della fotografia Alessandro La Fauci e i suoi operatori , tutta la troupe di CinemaSet sono stati tutti quanti meravigliosi , le premesse ci stanno , poi come accade sempre sarà l’Accademy a decidere tra i tantissimi film che perverranno allo Starlight International Cinema Award chi saranno i migliori , io per quello che posso dire è un film che merita tantissimo di essere seguito , istruisce e appassiona per la semplice storia che quest’uomo ha dato tantissimo alla comunità dopo una infanzia disastrosa che ha passato .”
Perché una conferenza stampa anche nella Città di Catania dato che le riprese sono state girate in Piemonte ?
“Perché la Sicilia fa parte integrante della mia terra , ed è giusto che sia cosi dato che hanno partecipato anche in questa opera tantissimi attori siciliani , ed è giusto , come ho sempre fatto , quello di valorizzare il talento dei miei giovani , dove purtroppo trovano poco spazio e difficoltà in questo settore . Il passato mi ha dato ragione . “
Il messaggio che desidera dare direttamente ai giovani
“ll mio messaggio è che nella vita di tutti i giorni bisogna agire nel rispetto dei principi etici e della legge, facendo della legalità il nostro mantra.”
LA STORIA DEL FILANTROPO CARLO OLMO
A 15 giorni dalla nascita viene affidato all’Orfanotrofio NIDO TRAVERSO di Volta Mantovana dove rimane fino all’ età di 7 anni. Nel 1972 viene adottato da una coppia di Vercelli, Avvocato Piero Olmo e la moglie Paola Minacapilli, entrambi ora deceduti.
Nel frattempo si laurea in Giurisprudenza; nel 1998 è diventato avvocato difensore. Ha esercitato la professione fino al 2013. Nel 2005, come membro dell’Avvocati senza Frontiera (associazione degli avvocati senza frontiere) . E’stato coinvolto per anni nel presentare casi per la difesa di bambini in difficoltà in molti paesi tra cui Pakistan, India, Tailandia. Nel 2005 è stato chiamato da Gabriella Lavorgna, cancelliera della Camera dei deputati, come relatrice in una conferenza internazionale sulla pace “SHANTI MANDIR” (Mandir della Pace), dove ha affrontato la questione della protezione dei bambini abbandonati nei paesi in via di sviluppo.Sempre per la lotta per i diritti dei bambini, ha viaggiato in tutto il mondo; Pakistan e Tailandia (dove ha svolto un riconoscimento familiare), Cina, Corea e infine in Nepal. Nel 2018 a seguito di un viaggio in Cina a livello istituzionale con il Comune di Vercelli, ha effettuato un gemellaggio tra la città cinese di Pengzhou e la città di Vercelli (IL Presidente della Federazione Nazionale Italia-Cina Hu Shaogang Ha fortemente caldeggiato la sua candidatura al console onorario dell’Uganda proprio in virtù relazioni estremamente collaborative tra Cina e Uganda e dei forti legami che uniscono Carlo Olmo alla stessa comunità cinese).
Arrivò a tenere oltre 400 processi in un anno, anche internazionali, per casi di mafia e di droga. Fino al giorno in cui successe l’imprevedibile.
Una sera del 2005 venne chiamato per un interrogatorio in carcere, al quale non andò preparato (quando si vuol credere che sia il caso). Carlo, quella sera, ascolta la storia di un bambino che è stato venduto per 30mila euro, per salvare un negozio. Venduto per essere portato dentro una suite di New York, dove venivano mostrati al bambino filmati pornografici per tutto il giorno, per poi abusarne la notte.
Carlo non può sostenere un tale peso emotivo. Il giorno dopo consegna il tesserino da Avvocato.
Riceve messaggi privati in cui gli si chiede qualcosa da mangiare. Aiuta ragazzi in difficoltà con lo studio. Porta avanti i progetti in Africa che, fin da anni prima, aveva cominciato. Lì, in Africa, dove ha fatto costruire scuole, pozzi e strutture. Aiuta le persone a trovare un lavoro. Le aiuta a cambiare vita, così come qualcuno ha fatto con lui molti anni prima. Soffre per le accuse, ma va avanti. Sostenuto da chi nel progetto del “Lupo Bianco” ci crede. Perché è così che, oggi, è conosciuto. Come “Lupo Bianco”. Ed è così che verrà descritto anche nel film prodotto da Antonio Chiaramonte e diretto dal regista Tony Gangitano e scritto da Sthepanie Betarice Genova e Alessandro Ferrara che racconterà la vita del filantropo.
Una vita fatta di agi e opportunità, grazie alla famiglia benestante in cui viveva.
Viene chiamato Lupo Bianco così perché una sera, una delle prime sere in cui era stata annunciata la presenza del Covid-19 in Italia, Carlo si ritira nella sua Accademia a meditare, a pregare. Prega per la salute del mondo, proprio contro questa pandemia, una preghiera che lui stesso filma. Un video che cambierà per sempre la vita di Carlo.
In una delle rappresentazioni che ha in Accademia, si intravede la figura di un Lupo Bianco. Nitida. Inconfondibile. Un episodio così forte da destabilizzare lo stesso Carlo. Una figura che dopo quella sera non si farà più vedere, ma che rimarrà impressa nella vita di chiunque conosca Carlo.Lui è un uomo semplice, ma concreto che si è incarnato nell’immagine del LupoBianco.
Il suo impegno supera le barriere religiose, e ha coniugato la filosofia buddista, praticata con le arti marziali, con il cristianesimo, dopo un incontro con Papa Bergoglio per aver contribuito in maniera determinante alla costruzione di sale operatorie in Uganda.
Per quanto riguarda l’emergenza Covid19 il suo intervento è stato fondamentale, già nel mese di marzo, per arginare le gravi carenze dei DPI, perché ha acquistato grazie ai suoi legami con la Cina, le prime 160.000 mascherine chirurgiche e FFP2 oltre a camici, soprascarpe, occhiali visiera, mascherine FFP3, igienizzanti, ambulanze e diversi altri DPI. L’importo che ha speso si aggirava oltre 400.000 Euro. Le sue donazioni sono state estese non solo all’Asl, ma a tutte le RSA che ne facevano richiesta, ai comuni, alle forze dell’Ordine, a privati cittadini (sono state recapitate le mascherine ad ogni famiglia nella buca delle lettere), ai medici di Famiglia, alle associazioni di volontariato, alla CRI, a molti ospedali fuori provincia e regione fra liguri e lombardi.
Oggi guida una catena di beneficenza e gesti che, da lui, si ramificano ad altri e da altri, creando una rete di aiuti che dal Piemonte si diffonde in tutta Italia, in tutto il mondo.
Lui ci ha insegnato questa frase che noi non dimenticheremo mai : “la vita mi ha tolto tutto, mi ha ridato tutto e oggi è tempo che io restituisca tutto”.