“Andai nei boschi perché volevo vivere con saggezza e in profondità, succhiando tutto il midollo della vita”.
Il mio bisogno dell’alba é silenzioso.
Ne ho indossato i colori gettando lo sguardo più in fondo, verso il bagliore che sorge.
Non voglio dimenticare nulla di questi giorni.
L’estate …
Un’altra estate?
Questa, questa estate! Dimostrazione temporale d’esistenza. Dimostrazione di esistenza del tempo. Dimostrazione che siamo creatori di spazio e tempo, e all’interno di queste due coordinate possiamo! Possiamo compiere spettacolo, generare meraviglia, apportare bellezza, immaginare e creare il nuovo.
Yes, we can!
Non io, non tu, non egli, non loro … Tutti noi possiamo.
Mi spingo oltre: dobbiamo! Siamo invitati a farlo, é insito nella parola vita.
Io vivo, esisto e posso sperare qualcosa di bello e mentre spero, provo a raggiungerlo. Come? Non lo so!
Un po’ come i poeti estinti nel film “L’attimo fuggente” io attingo a ogni attimo provando a viverlo fino in fondo,
“Andai nei boschi perché volevo vivere con saggezza e in profondità, succhiando tutto il midollo della vita. Per sbaragliare tutto ciò che non era vita e per non scoprire in punto di morte che non ero vissuto”
E’ insuperabile il senso di pienezza quando vivi fino in fondo, quando sai che nessun attimo é andato sprecato né rimpianto.
E’ pur vero che più vivi, più ancora hai voglia di essere, esistere e vivere, eppure anche questa continua spinta verso l’oltre é una piacevole carica motivazionale.
Tanti ostacoli, rallentamenti, impedimenti, inciampi, delusioni, problemi, smentite, mazzate, ho incontrato e incontro, come tutti … nessun cammino é su terreno dritto e piacevole. Non si impara se non dalle cadute, non ad arrendersi, sedersi e aspettare che qualcuno o qualcosa venga a comprenderci e consolarci. Si impara da soli, scavandosi dentro le verità con coraggio, riflettendo senza finzioni la propria immagine a se stessi, lasciando scoperte le carte sul tavolo e guardando i propri difetti, non nascondendosi, non raccontandosi balle e riconoscendo i propri limiti. Poi, ci si rialza, ci si scrolla il suolo da dosso e si riprende il viaggio senza scordare di sorridere.
Nel mio rito della colazione, forse nello sciogliersi del miele sul pane caldo, c’era l’impronta della genuina essenza, lì ho incontrato l’attimo di pace e ho accarezzato la possibilità del sogno.
pina ianiro
“La poesia è una scintilla di rivelazione… Il potente spettacolo continua e tu puoi contribuirvi con un verso! Quale sarà il tuo verso?” (da “L’attimo fuggente”)