Cardigan, l’amico delle donne

“Semplicissima, un cardigan e un paio di pantaloni”. Così Roberto Capucci ricorda il suo primo incontro con Silvana Mangano. Era il 1968. I due si conobbero nella sartoria del couturier. «Pier Paolo Pasolini mi aveva telefonato, chiedendomi di realizzare i costumi per la Mangano in Teorema», racconta oggi Capucci «accettai e, quando la vidi entrare con quel cardigan blu fu una visione. Sembrava che avesse una tiara imperiale. Poi, se le facevo provare un abito da sera, lo sfoggiava con una tale naturalezza che sembrava indossasse un paio di jeans. Non ho mai conosciuto una donna così elegante».
Con un nome che deriva dal generale britannico James Thomas Brudenell, VII conte di Cardigan, che iniziò a indossare un golf aperto nella parte anteriore alla metà dell’Ottocento, il cardigan si è in seguito trasformato nel simbolo imperituro di un’eleganza informale e rilassata. Adorato da Frank Sinatra, che in un giorno di shopping al Canyon Golf Club di Palm Springs pare abbia speso circa 30 mila dollari per l’acquisto di vari modelli di questo indumento, ha fatto il suo ingresso negli armadi di lei negli anni Venti del Novecento, di pari passo all’affermarsi della donna emancipata.

Tra le sue prime grandi sostenitrici si ricordano due ‘it-girl’ del primo dopoguerra: Suzanne Lenglen e Coco Chanel. La prima, campionessa francese di tennis, complice la consulenza del grande couturier Jean Patou, divenne famosa per le gonne corte, indossate anche sul campo da tennis con cardigan dalle dimensioni oversize. Coco Chanel non è stata da meno e, sfoggiandolo in jersey di cotone d’estate e in lana bouclé d’inverno, lo elesse, al pari del piccolo abito nero o del tailleur che porta il suo nome, a capo base del suo stile immortale.

Era il momento in cui da noi si stava affermando la donna moderna. Allora, mentre Luisa Spagnoli realizzava i suoi primi golfini di lana d’angora, un’icona del gusto come Lina Cavalieri osservava: “Credo che la nostra epoca di automobili e di aeroplani non possa più intonarsi con i capelli lunghi e le sottane fino alle caviglie. La donna non tornerà più all’antico. Anzi la donna di domani, se è possibile annunciare una simile profezia, sarà sempre più profondamente e liberamente sportiva. Ogni epoca ha dato alla donna il suo tipo. La nostra le ha forgiato una bellezza chiaramente distinta da quella degli altri secoli, prodotto della libertà di movimento e della espansione degli sport”.
Di pari passo con il crescente desiderio di comfort, oggi la moda ha riscoperto il fascino trasversale del cardigan. Dalla versione neo-grunge di Christopher Kane, che ricorda la Scarlett Johansson di Una canzone per Bobby Long, a quella super-sofisticata (vedi la Cate Blanchett di Blue Jasmine), la scelta è vasta. Anche se, a giudicare dalle ultime passerelle, i preferiti rimangono loro, quelli per benino, magari di soffice lana mohair guarniti da ricami come li ha voluti Miuccia Prada. Oppure quelli chiusi da tanti piccoli bottoni, magari da indossare con un maglioncino a mezze maniche, dello stesso colore e filato, sotto. In altre parole, il twin-set. Quello stile bon-ton, per intenderci, che a Hollywood aveva avuto la sua punta di diamante in Grace Kelly e in algide signore hitchcockiane, come Kim Novak e Tippi Hedren. E che in Italia, in versione ruspante, ribattezzato prontamente Giulietta e Romeo, era diventato uno dei migliori “amici” di maggiorate alla Sophia Loren

fonte:http://www.repubblica.it/rclub/moda/2017/11/13/news/cardigan_l_amico_delle_donne-180987585/

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