Ci sono due ragioni essenziali: quando creò Microsoft fece una cosa che oggi non fa più nessuno, e negli ultimi vent’anni si è affidato a un manager molto bravo e molto misterioso
Negli ultimi anni Bill Gates, il fondatore di Microsoft, ha donato circa 30 miliardi di dollari alla sua fondazione di beneficenza, la Bill & Melinda Gates Foundation, ma nonostante questo – e nonostante ormai da anni non lavori più per Microsoft – continua a restare l’uomo più ricco del mondo, con un patrimonio valutato in 81,6 miliardi di dollari. Se mettiamo da parte caratteristiche personali e fortuna, le ragioni del suo continuo successo sono essenzialmente due. La prima: quando Microsoft stava ancora crescendo, Gates fece una scelta che nessuno oggi fa più e che 30 anni fa gli fruttò moltissimi soldi. La seconda: ha affidato la gestione del suo patrimonio a un manager molto misterioso, ma anche molto bravo.
Partiamo dall’inizio della carriera di Bill Gates: quello che lui non fece e che invece oggi tutti fanno, come aveva raccontato il sito ZDNet l’anno scorso. Oggi, quasi tutte le grandi società che operano nel campo informatico, come ad esempio Facebook, si affidano molto al “venture capital”. Significa che nella fase di crescita e di stabilizzazione vendono azioni e quote della società a grandi investitori, in modo da ricevere il denaro necessario a fare gli investimenti che porteranno la loro società a crescere. Uber, per esempio, è una società altamente capitalizzata, cioè che è riuscita a raccogliere mol
C’è ovviamente un rovescio della medaglia in questa scelta. Quando arriverà il momento di quotarsi in borsa, che per molte di queste società rappresenta il traguardo più importante, il momento in cui il lavoro di anni viene messo a frutto e ampiamente ripagato, l’incasso finale dei fondatori dipenderà da quante azioni hanno nel portafoglio. Se hanno ceduto moltissime quote per raccogliere capitale tra gli investitori, saranno considerevolmente più poveri di qualcuno che, al loro posto, abbia conservato gran parte delle azioni.
Mark Zuckerberg, il fondatore di Facebook, è uno degli imprenditori della tecnologia che hanno gestito in maniera più astuta questo passaggio, riuscendo a raccogliere molti capitali e nel contempo mantenendo il controllo del 28 per cento delle azioni della società dopo la quotazione in borsa. È una quota giudicata molto buona, oggi, ma molto distante da quello che riuscì a fare Bill Gates. Quando 30 anni fa Microsoft si quotò in borsa, Gates rimase proprietario del 45 per cento delle azioni.
Secondo il giornalista tecnologico Jack Schofield: «Bill Gates è diventato l’uomo più ricco del mondo perché non ha mai cercato di diventarlo». Mentre Microsoft cresceva, Gates non si mise nelle mani di investitori per accelerarne lo sviluppo, ma preferì mantenere il controllo della società, a costo di avere meno capitali da investire. Microsoft, inoltre – a differenza di società come Facebook o Uber – fin da molto presto nella sua storia iniziò a produrre utili elevatissimi, che permettevano alla società di avere risorse da investire anche senza dover distribuire azioni agli investitori.
Il risultato di questa scelta fu che tra il 1995 e il 2007 Bill Gates è stato costantemente l’uomo più ricco del mondo. E questo nonostante nello stesso periodo abbia rinunciato gradualmente a tutti gli incarichi all’interno di Microsoft, abbia venduto quasi tutte le sue azioni (oggi possiede appena il 3 per cento della società) e nonostante in quegli anni abbia donato decine di miliardi di dollari in beneficenza.
E questo ci porta al secondo punto: perché Bill Gates continua ad essere l’uomo più ricco del mondo anche dopo aver abbandonato Microsoft? La risposta ha un nome e un cognome: Michael Larson, l’uomo che da 20 anni gestisce gli investimenti personali di Bill Gates. Larson non è un personaggio che ama comparire sulle copertine dei giornali. Non partecipa alle feste o ad altri eventi mondani. Secondo il Wall Street Journal, che gli dedicò un lungo ritratto, non è neanche un amico di Gates: i due si sentono ogni tanto per telefono e poco altro, ma Gates dice di avere completa e totale fiducia in lui.
In sostanza, l’attività quotidiana di Larson è gestire la Cascade Investment LLC, la società di investimenti in cui Gates ha riversato il denaro ottenuto vendendo le azioni di Microsoft. Larson si occupa di acquistare e vendere azioni e società. Ad esempio, la Cascade ha una quota importante nella catena di hotel Four Seasons, nell’albergo Ritz-Carlton di San Francisco, ma anche nelle ferrovie canadesi e nel più grande gestore di rifiuti degli Stati Uniti. È difficile fare una mappa chiara degli investimenti della Cascade, perché Larson è discreto nel fare affari come lo è nella vita privata. Il Wall Street Journal elenca una lunga serie di tattiche che utilizza per rendere gli investimenti della società difficili da tracciare. Tutti gli impiegati della Cascade, ad esempio, devono firmare severi contratti di riservatezza che li impegnano anche dopo la fine del rapporto di lavoro e quando si spostano per affari devono evitare gli alberghi di lusso (compresi quelli di proprietà di Cascade) per non dare nell’occhio.
Il risultato del suo lavoro si può riassumere in una serie di numeri. Negli ultimi anni, Gates ha versato alla sua fondazione 38 miliardi di dollari. Nonostante questo, nel marzo del 2013 il suo patrimonio valeva 67 miliardi di dollari. Un anno dopo né valeva 76. Nel 2017 è passato a 81,6 miliardi di dollari.